giovedì 26 marzo 2015

Rami di pesco di Ada Negri


Ferma al quadrivio, mentre piove e spiove
sotto l’aspro alternar delle ventate
chiaccianti come fruste sulle facce
di chi va, di chi viene, una vecchietta
vende rami di pesco.
O primavera
per pochi soldi! O riso, o tremolìo
di stelle rosee su bagnate pietre!

Scompare agli occhi miei la strada urbana
con fango e folla e strider di convogli
sulle rotaie, e saettar nemico
d’automobili in corsa. Ecco, e in un campo
mi trovo: è verde, di frumento appena
sorto dal suolo: pioppi e gelsi intorno
con la promessa delle fronde al sommo
dei rami avvolti in una nebbia d’oro:
e peschi: oh, lievi, oh, gracili, d’un rosa
che non è della terra: ch’è di tuniche
d’angeli, scesi a benedire i primi
germogli, e pronti, a un alito di brezza,
a rivolar da nube a nube in cielo.



L'autrice

Ada Negri nacque in una famiglia molto povera a Lodi il 3 febbraio del 1870. Il padre Giuseppe era manovale e la madre, Vittoria Cornalba, tessitrice.
Rimasta orfana in giovane età, nonostante le difficoltà economiche, ottiene il diploma magistrale e diventa insegnante. La pubblicazione sull'"Illustrazione popolare" delle prime poesie, presto raccolte in volume da Treves, apre la carriera letteraria. Viaggia e soggiorna in numerosi paesi stranieri, soprattutto in Svizzera, per poi rientrare in Italia, allo scoppio della prima guerra mondiale, durante la quale assiste i feriti all'ospedale "Santa Corona" di Milano. Tra le raccolte poetiche: Fatalità (1892), Tempeste (1895), Il libro di Mara (1919), I canti dell'isola (1924), Fons amoris (1939-1943).
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