lunedì 23 luglio 2012

“Il Libro Eterno” intervista: Adele Vieri Castellano

Adele Vieri Castellano pubblica per Leggereditore il suo primo romanzo storico, “Roma 40 d. C. Destino d'amore”, dopo aver vinto il concorso di racconti indetto dalla stessa casa editrice nel 2011. Nata a metà degli anni Sessanta, ha vissuto per anni in Francia e ha due punti ben saldi nella sua vita: la lettura e la scrittura. Vive a Milano, ha una figlia di diciannove anni e un compagno che si chiama come l’eroe del libro. Nonostante le traduzioni, l’editing di libri, gli articoli e i romanzi che affollano le sue giornate, non dimentica mai le amiche. Perché senza di loro, il suo sogno non si sarebbe realizzato.

Adele è stata così gentile da rispondere alle domande di questa intervista


Ciao Adele e benvenuta nel blog “Il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?
Grazie Ivana della gentile ospitalità. Hai già detto tutto tu della mia vita, salvo che amo molto i gatti: ne ho tre, tutti trovatelli. Mi piace il contatto con la natura, il mare e andare in barca a vela. Le mie origini liguri hanno segnato per sempre la mia vita. Senza un libro non vado da nessuna parte e da qualche tempo anche il mio portatile mi segue sempre, ormai una deformazione professionale.


Quando è nata la tua passione per la scrittura e cosa rappresenta per te?
Non ricordo, ci sono nata penso. Come spesso capita a chi è segnato a dito dalle Muse! Scrivevo di tutto, all’inizio racconti di fantascienza, (il primo a dieci anni) poi poesie, racconti e il mio primo romanzo completo negli anni novanta che ho ancora in un cassetto, la storia di corsaro molto particolare. Forse un giorno vedrà la luce, rivisto e corretto perché anche la scrittura evolve e muta, come ogni cosa. Scrivo perché è parte della mia vita, non potrei farne a meno. Come la coperta di Linus o un capo d’abbigliamento che non può mai mancare nel “bagaglio” che ognuno di noi si porta appresso.


Quali sono i tuoi libri e autori preferiti?
Va a periodi. Prima fu la fantascienza, con i grandi del genere: Bradbury, Asimov, C. Clarke, collezionavo Urania, la pubblicazione di Mondadori. Poi i gialli, Elizabeth George e P.D. James. E poi molti saggi storici essendo appassionata di egittologia e storia antica, che mi servono soprattutto per i miei libri. E poi naturalmente i libri d’amore, la woman fiction e i Romantic suspense, sperando che presto arrivino da noi anche i libri sui Navy SEALS, sui giocatori di hockey, insomma non m bastano più solo duchi e marchesi che detto tra noi sono anche diventati un po’ noiosi: sempre i soliti… ho voglia di novità!


Qual è il libro che hai letto di recente che ti è piaciuto di più?
Difficile dirlo Ivana. Io leggo per piacere ma soprattutto per lavoro. Essere scrittori è un “mestiere” in continua evoluzione e per scrivere bene bisogna leggere molto. Io come romance leggo almeno tre, quattro libri la settimana (leggo molto veloce, confesso, ho una tecnica personale) mentre se devo leggere per il mio piacere, mi prendo tempo. L’ultimo libro che ho letto è di Robert Harris, Pompei, un romanzo che narra gli ultimi giorni prima dell’eruzione del Vesuvio e il protagonista è un “aquarius”, un funzionario che nell’antica Roma si occupava degli acquedotti. Mi è piaciuto molto ma la settimana prima avevo riletto un libro di avventura di Clive Clusser, uno dei miei autori preferiti, l’avventura di Dirk Pitt in “Tesoro”. Non ho un genere, diciamo che sono onnivora.


Ci vuoi parlare di “Roma 40 d. C. Destino d'amore”?
Il mio libro narra una storia d’amore, uno dei plot cardine della letteratura. La vicenda di un uomo che è innanzitutto uomo del suo tempo, un soldato di Roma. Duro, fedele all’Impero, votato al sacrificio e alla disciplina. Oggi non esistono più, forse solo i Navy SEALS americani hanno un credo simile a quello degli antichi legionari romani. Marco Quinto Rufo è lo stereotipo di un condottiero della Roma antica e per la sua figura mi sono ispirata a Scipione l’Africano, colui che tenne in scacco Annibale e riuscì a sconfiggere e a radere al suolo Cartagine. E non è un eufemismo: i romani demolirono la città cartaginese spargendo sale nei solchi fatti dagli aratri, affinché nulla più crescesse sul suo suolo. Livia Urgulanilla, la protagonista femminile è anche lei una tipica donna romana e ricordiamoci che la sua mentalità era profondamente diversa dalla nostra, erano donne istruite ma con un solo scopo: il matrimonio e i figli. Ho cercato di renderla il più credibile possibile ma in un romanzo storico che deve piacere ai giorni nostri non è facile. Come dico sempre, bisogna rispettare la storia ma anche il lettore moderno. Lo scrittore deve essere un illusionista, far sognare ma nello stesso tempo rendere credibile quell’illusione.


Caligola
Come mai hai deciso di ambientarlo nella Roma Imperiale di Caligola? 
Ho scelto l’epoca dell’Alto Impero poiché le donne raggiunsero in quel periodo una notevole emancipazione grazie a leggi emanate qualche anno prima dall’imperatore Augusto, poi perfezionate dai suoi successori (Tiberio e Caligola). Potevano ereditare, divorziare, certe matrone riuscirono a rendersi indipendenti dal giogo del “pater familias” ovvero di un uomo adulto che, in seno alla famiglia, era considerato il suo “padrone”: un padre, un fratello o, ovviamente, un marito. In effetti la donna romana fu più libera della donna cristiana ma l’emancipazione femminile, in epoca imperiale, fu un comunque un processo lento, accettato con difficoltà dagli uomini romani che sembra preferissero donne sottomesse. Purtroppo nessuno scritto di autrici femminili è mai pervenuto nelle nostre mani e tutto ciò che leggiamo è frutto di mano maschile. Il che, mi da da pensare…


Quanto tempo hai dedicato al lavoro di “ricostruzione storica” all’interno della trama? Hai effettuato delle ricerche?

Ho passato tutto il tempo della stesura del manoscritto con la piantina della città di Roma aperta sulla scrivania (una foto del bellissimo plastico del Museo della Civiltà Romana dell’Eur), sono stata a Roma due volte per rendermi conto della topografia antica “dal vivo”. Le ricerche, in un libro come il mio, sono l’impalcatura su cui la trama si regge e di cui non si può fare a meno. I miei personaggi si muovono su percorsi reali, ricostruiti passo passo, ogni angolo di Roma antica citato esiste veramente, ciò che i miei personaggi vedono, mangiano e adoperano sono oggetti e cibo del tempo. Così come la ricostruzione della città di Baia nel golfo di Pozzuoli, allora considerata la “Costa Azzurra” dei romani. Per la descrizione degli ambienti, delle stanze mi sono ispirata agli affreschi di Pompei e quelli che ci sono pervenuti a noi, purtroppo rari, ai giochi cormatici del Pantheon, dei pavimenti delle ville e delle domus riportate alla luce dagli archeologi. Abbigliamento, armi, cavalcature (i romani non usavano le staffe), mezzi di trasporto. Tutto è fedele, nulla di inventato. Anche la descrizione fisica dell’imperatore Caligola è fedele ai busti che possiamo ammirare ai Musei Vaticani, così come sembra che avesse occhi grigio-verdi e fosse alto davvero un metro e novanta.


Ci sono personaggi o eventi del tuo romanzo ispirati a persone reali o eventi della tua vita? O sono solo di fantasia?
No, nessuno. Non era possibile, i miei personaggi appartengono solo a Roma Antica e lì vivono e amano.


C’è qualche aneddoto legato alla tua scrittura che vorresti raccontare?
Durante i cinque mesi di stesura (lavoravo al manoscritto anche otto, nove ore al giorno) ero completamente immersa in Roma antica, tanto che quando uscivo di casa spesso guardavo la Pianura Padana stupendomi non poco di vedere strade asfaltate e automobili: per me sarebbe stato più normale scorgere una legione in marcia o cavalli con in groppa un uomo coperto con la lorica e uno svolazzante mantello rosso.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il secondo libro della trilogia in cui narro la storia d’amore del batavo Quinto Decio Aquilato, il terzo libro di cui ancora non posso svelare nulla se non che sarà ambientato in Oriente e nel frattempo, la pubblicazione di altri due miei romance dal set più classico: uno ambientato nell’Egitto del 1871 con la storia di un archeologo inglese e un altro ambientato a Venezia nel 1796, durante caduta della Serenissima in mano a Napoleone Bonaparte.


Vuoi aggiungere qualcosa prima di salutarci?
Voglio ringraziarti te Ivana per avermi dato l’occasione di parlare un po’ di me e del mio libro e anche tutte quelle lettrici che hanno sognato sulle pagine di Roma 40 d.C. Destino d’Amore” e hanno “amato” Marco Quinto Rufo.

Un caloroso abbraccio a tutte!

Grazie a te Adele
Questa è la sinossi del romanzo

Marco Quinto Rufo è l'uomo più potente di Roma, secondo solo all'imperatore, Livia Urgulanilla ha un passato da dimenticare. Lui è un uomo temprato dalla foresta germanica, bello e forte che non conosce paura né limiti. Lei è un'aristocratica raffinata e altezzosa il cui destino è già scritto. Ma il dio Fato decide altrimenti e quando Rufo la porta via con sé non immagina lontanamente le conseguenze del suo gesto. Roma non è la Provincia dove tutto, incluso rapire una donna, è concesso. E anche se Caligola in persona decide di concedergliela, possederne il cuore sarà la più ardua e temeraria delle sue imprese. E Livia saprà donare il cuore a un uomo spietato che non esita davanti a nulla, se non a quello che sente per lei?

Titolo: Roma 40 d. C. Destino d'amore
Autore: Adele Vieri Castellano
Editore: Leggereditore
Collana: Narrativa
Data di Pubblicazione: Maggio 2012
ISBN: 8865081708
ISBN-13: 9788865081709
Pagine: 429
Formato: brossura
Prezzo: € 10.00

1 commento:

  1. Mitica, mitica Adele..:) Ho letto il romanzo...ma sarebbe più corretto dire divorato..;) a chi non lo avesse ancora letto, non posso far altro che consigliarlo cadalmente!!! VI ASSICURO CHE NON VE NE PENTIRETE!!!;)
    SereJane

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