mercoledì 13 ottobre 2010

“Il Libro Eterno” intervista: Stefano Pitino

Stefano Pitino, classe 1980, drammaturgo, regista, responsabile animazione nei villaggi turistici, vive e lavora a Milano.
Collabora e lavora con importanti esponenti della drammaturgia e regia milanese ed è autore e regista di drammi, commedie, del riadattamento di spettacoli per villaggi turistici, teatro comico, monologhi e cabaret. Tra gli ultimi testi scritti “Il volo”, “Esame finale”, “Incanto e Magia”, “Bum!”, “Orfeo”.
Il suo ultimo testo, “Strokes” (potete trovare la mia recensione qui) è stato pubblicato a febbraio 2010 da “Editrice Zona” e ha già venduto migliaia di copie in tutta Italia.


Stefano è stato così gentile da rispondere alle domande di questa intervista.


Ciao Stefano e benvenuto nel blog “il libro eterno”, ti va di presentarti ai lettori?

Comincio subito col ringraziare la titolare del blog, una persona intelligente e di gran talento, a cui faccio i miei sinceri complimenti, per le sue recensioni ed il suo bellissimo blog.
Io mi chiamo Stefano, sono un ragazzo di 30 anni, scrittore, drammaturgo, regista, che lavora nei teatri a Milano, capo animatore nei villaggi in estate, autore di libri, spettacoli teatrali e musical, amante del cinema e della moda, che sogna la sua “Principessa” e crede ancora nel vero Amore.


Sei un drammaturgo e un regista, come è avvenuto il tuo incontro con il teatro?

Fin da piccolo ho sempre amato e studiato il teatro, la recitazione, la scrittura, la “scena”, tutto ciò che è teatro è vita, emozione, magia, espressione del nostro corpo, del nostro cuore e della nostra anima.


Cosa significa per te la scrittura?

La scrittura credo sia una chiave: una chiave per aprire un altro mondo, la porta di una dimensione parallela… quella dei sogni. Quella di un mondo magico, incantato e fatato. Chi scrive… e scrive col cuore e l’anima ne ha l’accesso…


C’è un romanzo o un racconto a cui sei particolarmente legato?

“Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, che mi ha profondamente emozionato e colpito e che è stata una delle tante fonti di ispirazione di “Strokes”.


Vuoi parlarci di “Strokes”? Perché hai scelto questo titolo?

“Strokes” significa battiti. Che possono essere quelli di un cuore… oppure quelli di un orologio a pendolo. L’idea di “Strokes” è nata da un tema che da sempre mi ha affascinato: il binomio Eros-Thanatos, Amore e Morte, un tema spesso trattato fin dall’antichità classica e qui ripreso da me in una chiave originale e “contemporanea”. Sentivo questa cosa dentro di me e volevo descriverla con un occhio “giovane” e mirato appunto ai giovani, approfittandone per dipingere anche uno spaccato della società giovanile-adolescenziale di oggi, mettendone in luce sogni, speranze, paure, ansie, desideri e contraddizioni. E perché sono sempre convinto che “Il vero amore supera ogni cosa” e ho voluto scrivere questo libro appunto per dimostrarlo a tutti.
"Strokes e' una storia incalzante, frenetica, un vortice di azioni, colpi di scena, una girandola di avvincenti emozioni dal ritmo serrato e crescente, che inchioda il lettore e lo conduce ad un finale sensazionale e sorprendente, facendogli battere il cuore. E’ una favola moderna in una cornice surreale, uno spaccato dell'universo dei giovani. Ma sopratutto una favola d'amore, una poesia, un sogno, una magia, un inno alla speranza e alla vita, alla luce dell'Amore che vince le tenebre.” (cit.)
Non dobbiamo mai smettere di sognare, di credere, di sperare, di amare, altrimenti il “Nero” atrofizza le nostre ali, quelle del nostro cuore e della nostra anima e le sgretola, facendoci morire. Torniamo a volare, se ci crediamo… è ancora possibile farlo.


Che metodo di lavoro hai seguito per scrivere il testo?

Ho avuto una lunga “gestazione” iniziale, meditando attentamente sulla storia, la trama, la successione degli eventi, i personaggi, il finale e molte altre cose. Ho scritto un po’ tutto, lasciandomi trasportare, ma seguendo comunque i binari della storia, poi andando avanti ho cambiato e ricambiato tantissime cose, riscritto più volte alcuni capitoli rimaneggiandoli di continuo ancora e ancora, sia nel lessico che nella trama, fino ad una versione quasi definitiva che poi sono andato a ripulire nei vari dettagli, il classico lavoro del “labor limae”. Ed ecco il testo definitivo.


Quando crei le storie e i dialoghi, quanto è affidato alla fantasia e quanto alle vicende personali?

Quando si scrive in un modo o nell’altro si finisce quasi sempre col parlare di noi stessi, anche se spesso indirettamente, ma tutto ciò deve sempre essere supportato dall’apporto della fantasia, dell’immaginazione, nel saper creare mondi e personaggi che hanno qualcosa da dire e qualcosa da dare e che suscitino emozioni. Il tutto, aggiungo deve essere comunque accompagnato anche da un certo studio delle tecniche narrative e da una preparazione drammaturgico-creativa.


Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

Continuo sempre a lavorare in teatro e scrivere e dirigere spettacoli destinati alla scena e intanto sto preparando il nuovo libro di cui presto sentirai parlare.
Grazie di tutto, ancora complimenti per il blog e arrivederci a presto.

Grazie a te Stefano!
Questo è il suo sito http://stefanopitino.webs.com/ 
Vi lascio con il booktrailer di "Strokes"

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